E’ martedì sera, l’aperitivo si è allungato e raggiungo casa di amici verso le 21.40. Mi fermo per un po' di chiacchiere, fuori ci sono i fulmini e io sono in moto.
Mi dico: vado ora prima che arrivi l’acquazzone, si sa mai con questo cambiamento climatico. Loro insistono per rimanere ancora un po': “Dai Vale, non ci vediamo quasi mai, sei sempre in giro”. Scelgo di fermarmi, ormai tra lavoro e vari impegni è proprio vero che il tempo con gli amici è diminuito drasticamente. Il divano è comodissimo e decido di dormire lì, la casa è più vicina al coworking che raggiungerò il giorno dopo per raccontarvi del Plastic Free July. La mattina mi sveglio e dopo un po' di yoga, respirazione e meditazione con i miei amici scrocco una doccia veloce.
Premessa: i miei amici sono due splendidi uomini etero che vivono insieme.
Hanno Vivere Greener che svetta in libreria e il tappetino forno da lavare nel lavandino. Ma entro in doccia e trovo i soliti shampoo e bagnoschiuma in contenitori di plastica giganti.
C’è anche un sapone solido e il piattino di Make You Greener.
Mica mi lamento, li adoro e vanno bene così. Ma un particolare attrae la mia attenzione.
100% plastica riciclata* con un bel asterisco molto piccolo, quasi invisibile. Ma importante.
Mentre mi bagno con l’acqua fredda me li immagino passare velocemente davanti agli scaffali del supermercato, dopo il lavoro. Anche loro hanno appena aperto il loro business per cui il tempo sembra sempre poco. Si saranno mai a fermati a leggere quell’asterisco?
La plastica è davvero 100% riciclabile?
Io ho sempre pensato di no. Ho fatto tante ricerche in merito e il modo più corretto di definirla è downcycled, sottociclabile? - suona un po' come una pista ciclabile con un sottopassaggio.
Se chiediamo a sig. Google le prime risposte che escono dicono che circa il 91% della plastica non viene riciclata. fonte
Circa il 75% della plastica prodotta a livello mondiale sono materiali termoplastici che possono essere fusi e modellati più e più volte per produrre nuova plastica, il che, in teoria, rende tutti i materiali termoplastici riciclabili. Il restante 25% della plastica è però costituito da plastiche termoindurenti che non si ammorbidiscono se esposte al calore, rendendole quasi impossibili da riciclare. Esempi di prodotti in cui viene utilizzato questo tipo di plastica includono isolamenti elettrici, corde, cinture e tubi.
Ma quindi i contenitori dei bagnoschiuma dei miei amici è riciclabile o no?
La maggior parte della plastica può essere riciclata nella sua forma originale solo una o due volte prima di essere trasformata in prodotti di abbigliamento o di legname.
In alcuni casi, il prodotto derivante dalla plastica riciclata non può essere riciclato. Ad esempio, se la plastica viene trasformata in una giacca in pile, la giacca non potrà essere riciclata come la bottiglia di plastica originale.
Sento che il problema sia enorme, e lo è anche secondo l’MIT, il Massachussetes Institute of Technology - forse il centro di ricerca più accreditato al mondo. Il centro afferma che la portata del problema è difficile da interiorizzare.
La plastica in numeri
Ad oggi, gli esseri umani hanno creato circa 11 miliardi di tonnellate di plastica. Secondo uno studio del 2020 pubblicato su **Nature**, questa quantità supera la biomassa di tutti gli animali, sia terrestri che marini.
Secondo il **Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP)**, attualmente vengono prodotte circa 430 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, una quantità significativamente superiore al peso di tutti gli esseri umani messi insieme.
Un terzo di questo totale assume la forma di plastica monouso, con cui gli esseri umani interagiscono per secondi o massimo alcuni minuti prima di smaltirli.
Il 95% della plastica utilizzata negli imballaggi viene smaltita dopo un solo utilizzo, **una perdita per l’economia fino a 120 miliardi di dollari all’anno, conclude un rapporto di McKinsey**.
Un terzo di questi imballaggi non viene raccolto, diventando inquinamento che genera *“costi economici significativi riducendo la produttività di sistemi naturali vitali come l’oceano”*. Ciò provoca **danni per almeno 40 miliardi di dollari,** afferma il rapporto, **una cifra che supera il “profitto” dell’industria dell’imballaggio.**
È comprensibilmente difficile dare un senso concreto a questi numeri, anche su scala di aziende specifiche, come **Coca-Cola, che nel 2017 ha prodotto 3 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica, l’equivalente di produrre 200.000 bottiglie al minuto.**
In particolare, ciò che non viene riutilizzato o riciclato non si degrada chimicamente ma diventa piuttosto un elemento fisso del nostro mondo; si rompe per formare microplastiche, pezzi di dimensioni inferiori a cinque millimetri di diametro. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno trovato quantità significative di microplastiche nelle zone più remote dell’oceano; nella neve e nelle piogge in luoghi apparentemente incontaminati in tutto il mondo; nell'aria che respiriamo; e nel sangue umano, nel colon, nei polmoni, nelle vene, nel latte materno, nella placenta e nei feti.
Uno studio ha stimato che la persona media consuma cinque grammi di plastica ogni settimana, principalmente dall’acqua.
Circa il 95% dell’acqua del rubinetto negli Stati Uniti è contaminata.
Le microplastiche si trovano ampiamente anche nella birra, nel sale, nei crostacei e in altri alimenti destinati all’uomo. Quantità significative di questi pezzetti di plastica sono state ritrovate nella comune frutta e verdura, come ha scoperto un recente studio condotto in Italia.
Perché considera questo: secondo un rapporto del **2022 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico**, la maggior parte della plastica che produciamo, il 72%, finisce nelle discariche o nell’ambiente.
Solo il 9% della plastica mai prodotta è stata riciclata e il 19% è stato incenerito. Una parte raggiunge il mare; le stime suggeriscono che ogni anno tra gli 8 e gli 11 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nell’oceano. Secondo la **National Academy of Sciences**, questo equivale a **scaricare ogni minuto un camion della spazzatura pieno di plastica nell’oceano.**
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**Cosa dobbiamo dunque tenere a mente?
Che non tutta la plastica è ampiamente riciclabile e l’energia derivante dall’incenerimento non è possibile poiché la combustione della plastica rilascia gas nocivi.**
Come viene riciclata la plastica?
Prima di essere riciclate, le plastiche vengono selezionate in base al tipo di resina, manualmente o tramite processi automatizzati, o anche in base al colore.
Dopo la raccolta differenziata, esistono due modi principali per riciclare la plastica; riciclaggio meccanico, in cui la plastica viene lavata, macinata e fusa, o riciclaggio chimico, in cui la plastica viene scomposta in monomeri per formare nuovi polimeri da riutilizzare.
Quando la plastica viene riciclata, i rifiuti vengono depositati e trasportati nei centri di riciclaggio della plastica per un riciclaggio efficace. Il risultato sono materie prime plastiche e una gamma di plastica riciclata.
Quali plastiche possono essere riciclate?
Solo pochi tipi selezionati di plastica vengono ampiamente raccolti e riciclati dalle famiglie.
I numeri attribuiti alla plastica sono i codici della resina plastica, che mostrano rapidamente di che tipo di plastica è un prodotto. I numeri vanno da 1 a 7, dove 7 indica “altro”.
Le plastiche più comunemente riciclate sono:
1 – Polietilene Tereftalato (PET) – bottiglie d'acqua e vassoi di plastica
2 – Polietilene ad Alta Densità (HDPE) – cartoni per latte e flaconi per shampoo
5 – Polipropilene (PP) – vasetti per margarina e vassoi per piatti pronti
Le plastiche parzialmente riciclabili (presso strutture specializzate) includono:
3 – Cloruro di polivinile (PVC) – tubazioni
4 – Polietilene a bassa densità (LDPE) – sacchetti per alimenti
6 – Polistirolo (PS) – posate in plastica
**La plastica incredibilmente difficile da riciclare include pacchetti di patatine, sacchetti per insalata, pellicola trasparente e altro ancora.**
Quali plastiche non possono essere riciclate?
**La regola generale è che più basso è il codice della resina, maggiore è la probabilità che il tipo di plastica sia facilmente riciclabile. Molti tipi di plastica possono essere riciclati, anche se il processo non è diffuso, tuttavia molte plastiche non vengono riciclate semplicemente perché non sono facilmente riciclabili.**
La differenza nella riciclabilità dei tipi di plastica può dipendere dal modo in cui sono realizzati; le plastiche termoindurenti contengono polimeri che formano legami chimici irreversibili e non possono essere riciclati, mentre i materiali termoplastici possono essere rifusi e rimodellati. Esempi di plastica non riciclabile includono bioplastica, plastica composita, carta da imballaggio plastificata e policarbonato. Le ben note materie plastiche non riciclabili includono pellicola trasparente e imballaggi in blister.
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Quindi cosa vuol dire quel 100% riciclabile?
Non significa che diventerà esattamente un altro flacone. Significa che potrà essere riciclato ancora una o due volte e poi dovrà comunque essere incenerito o lasciato a macero da qualche parte.
La soluzione?
Ridurre il più possibile l’utilizzo in attesa che l’innovazione, la ricerca e il progresso trovino sempre più alternative e soluzioni a questo problema che ci riguarda tutti.
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